L'arrivo delle prime ragazze risolve solo in parte il problema tecnico. Troppo esiguo è il numero delle voci femminili e la gestione tecnica del "Misto" si rileva ben presto più complessa rispetto a quella del Coro Virile.
Inizia a livello locale l'attività concertistica che si concentra in alcune esibizioni a Cannobio e in Valle Cannobina. Molto bella la partecipazione ad una edizione di Santa Cecilia con il brano "VA PENSIERO" di G.Verdi, accompagnato dal Corpo Filarmonico Cannobiese e diretto dal Prof. Giuseppe Savazzi.
Si ricorda una serata a Falmenta, in rassegna con il Coro Marona, forse in una delle sue ultime esibizioni (n.d.r.).
In questo periodo il Coro si esibisce due volte in provincia di Bergamo e sono questi gli unici e indimenticabili ricordi di vere trasferte.
(Una delle prime esibizioni di misto)
mercoledì 16 maggio 2007
L'INSERIMENTO DELLE VOCI FEMMINILI E LA SCOMPARSA DI GINO - 1979 -
Nel giugno 1979 la vita serena del Coro riceve un duro colpo per la tragica scomparsa di Gino Colombaro. I Coristi ammutoliti ed increduli, fanno fatica a riprendere normalmente le prove; Traffiume intera piange un ragazzo generoso e di immensa disponibilità.
Con il crescere del gruppo ci si accorge poi che le voci di "melodia", quelle dei Tenori primi, sono insufficienti; i tentativi di far entrare in Coro cantori con buone qualità vocali risultano vani.
Si arriva perciò ad una decisione molto sofferta che divide i pareri all'interno del gruppo. Con una importante votazione assembleare, si decide l'inserimento delle donne: il Coro Stella diventa così formazione mista popolare.
Con il crescere del gruppo ci si accorge poi che le voci di "melodia", quelle dei Tenori primi, sono insufficienti; i tentativi di far entrare in Coro cantori con buone qualità vocali risultano vani.
Si arriva perciò ad una decisione molto sofferta che divide i pareri all'interno del gruppo. Con una importante votazione assembleare, si decide l'inserimento delle donne: il Coro Stella diventa così formazione mista popolare.
Dal diario di Silvano Perotti
Dopo aver comprato la camicia di divisa del Coro, si trattava di trovare un nome.
Pensandoci parecchi, notavo che tanti Cori prendevano il nome dalle montagne: per esempio: Monte Zeda, Tre monti, Mottarone. Così pure Cori che prendevano il nome dai fiori: Genzianella, Giglio, viola, ecc.
Mi veniva alla mente un antico proverbio di Traffiume
Che diceva : Traffium, paes da disfurtuna, d'invern senza su e d'està senza luna. Invece le stelle ci sono sempre; ecco, stelle, stelle, e mi viene alla mente: Stella.
Quindi ad un amico mio: Minoletti Pierangelo, il quale disegna per hobbj, dissi di disegnare il simbolo di una stella.
Portai il disegno nell'assemblea dei Coristi, e tutti si dimostrarono d'accordo con questa idea.
Cosicchè ho fatto fare i distintivi che portiamo ancora oggi sulle nostre divise.
E così è nato il nome del Coro Stella Traffiumese.
Il Fondatore
Perotti Silvano
Pensandoci parecchi, notavo che tanti Cori prendevano il nome dalle montagne: per esempio: Monte Zeda, Tre monti, Mottarone. Così pure Cori che prendevano il nome dai fiori: Genzianella, Giglio, viola, ecc.
Mi veniva alla mente un antico proverbio di Traffiume
Che diceva : Traffium, paes da disfurtuna, d'invern senza su e d'està senza luna. Invece le stelle ci sono sempre; ecco, stelle, stelle, e mi viene alla mente: Stella.
Quindi ad un amico mio: Minoletti Pierangelo, il quale disegna per hobbj, dissi di disegnare il simbolo di una stella.
Portai il disegno nell'assemblea dei Coristi, e tutti si dimostrarono d'accordo con questa idea.
Cosicchè ho fatto fare i distintivi che portiamo ancora oggi sulle nostre divise.
E così è nato il nome del Coro Stella Traffiumese.
Il Fondatore
Perotti Silvano
LA STORIA ATTRAVERSO LE IMMAGINI ED IL RACCONTO DI CHI NE E' STATO PROTAGONISTA: GRAZIE SILVANO E GINO!!!
Era il dicembre 1978, Silvano Perotti e Gino Colombaro "Traffiumesi DOC" stilano un documento, ancora oggi leggibile, e propongono la fondazione di un gruppo corale.
Crediamo che i due fondatori abbiano avuto in quel periodo una intuizione straordinaria.
Di fatto, osservando il panorama corale popolare verbanese, si doveva prendere atto della fine dello storico CORO MONTE ZEDA e della oggettiva difficoltà (di organico e non certo per la proposta tecnica e culturale - n.d.r.) del CORO MARONA di Falmenta.
(Silvano Perotti)
Quello era il momento giusto e non altro, per dare il LA ad una nuova attività corale sul territorio cannobiese.
I due fondatori affidano la direzione tecnico-artistica al Maestro Lauro Picco, monferrino purosangue residente a Cannobio.
(Gino Colombaro)
Lauro, eccezionale musicista, assume l'incarico con grande impegno e professionalità ma lo assume soprattutto con il cuore.
(Lauro Picco)
L'organico iniziale (solo virile) va via, via crescendo fino ad arrivare a 30 componenti ed il Coro, nel 1979, riesce ad esibirsi per la prima volta a Cannobio presso la Scuola Media delle Orsoline in occasione del Natale del Malato.
(l'emozione del primo concerto)
Crediamo che i due fondatori abbiano avuto in quel periodo una intuizione straordinaria.
Di fatto, osservando il panorama corale popolare verbanese, si doveva prendere atto della fine dello storico CORO MONTE ZEDA e della oggettiva difficoltà (di organico e non certo per la proposta tecnica e culturale - n.d.r.) del CORO MARONA di Falmenta.
(Silvano Perotti)
Quello era il momento giusto e non altro, per dare il LA ad una nuova attività corale sul territorio cannobiese.
I due fondatori affidano la direzione tecnico-artistica al Maestro Lauro Picco, monferrino purosangue residente a Cannobio.
(Gino Colombaro)
Lauro, eccezionale musicista, assume l'incarico con grande impegno e professionalità ma lo assume soprattutto con il cuore.
(Lauro Picco)
L'organico iniziale (solo virile) va via, via crescendo fino ad arrivare a 30 componenti ed il Coro, nel 1979, riesce ad esibirsi per la prima volta a Cannobio presso la Scuola Media delle Orsoline in occasione del Natale del Malato.
(l'emozione del primo concerto)
CANNOBIO E DINTORNI
CANNOBIO, situata sulla sponda Piemontese del Lago Maggiore, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, è il primo paese italiano sulla direttrice che collega il Nord Europa, attraverso il San Gottardo e il San Bernardino, all'Italia.
Cannobio è descritta dagli storici come borgo antichissimo e prospero per la sua intensa attività commerciale documentata già prima del Mille.
Caratteristiche di tutto il centro abitato, sia per quanto concerne la parte alta più antica, che per quella bassa di più recente costruzione, sono le case allineate lungo la strada in modo da non togliersi a vicenda il sole e l'aria.
Da scoprire ci sono un'infinità di strade e viuzze che sfociano in altrettante piazze; si affacciano sul limpido lago per sottrarsi all'ombra delle montagne che alle spalle formano un'incantevole vallata. Questo è l'antico borgo di Cannobio che pur bagnato dal Verbano, lega il suo passato e il suo presente al mondo contadino della Val Cannobina.
In questo antico paese l'ospite attento può scoprire testimonianze che hanno segnato l'epoca romana, quella medioevale e l'Ottocento. Sono nascoste fra i vecchi sassi, ai lati delle strade acciottolate, nei massicci portali delle case.
In così tanta ricchezza storica, un tempo il lago rappresentava una via di comunicazione e di scambio oltre che una fonte di guadagno per i molti pescatori che abitavano il borgo.
Cannobio, con il suo lago e le sue montagne, ha saputo adeguarsi alle necessità dettate dal tempo, lasciando però immutate le proprie caratteristiche naturali ed architettoniche.
Ecco perché ciò che il paese offre al visitatore non lo si può riscontrare in nessun'altra zona del Lago Maggiore; Cannobio è bella sia in estate sia nelle grigie stagioni che danno al paese un aspetto fiabesco: clima mite, serenità, tanto verde e un lago pulito a testimonianza del rispetto per la natura.
Da scoprire sono poi i dintorni del paese; nascosti nel verde delle montagne.
L'arcigna porta naturale della valle Cannobina è l'Orrido di Sant'Anna, una voragine dove spumeggia il torrente Cannobino e domina la settecentesca chiesa a lato di un ponte romanico. Socraggio è a poca distanza dall'orrido, verso la valle, e così Traffiume da dove si può passare, costeggiando il Monte Giove (dove si trova appollaiata la frazione di Sant'Agata), per raggiungere attraverso ombrosi sentieri la chiesa di san Bartolomeo in Montibus; un gioiello d'arte romanica immerso nel folto bosco.
Carmine Superiore s'adagia su uno sperone roccioso (fuori Cannobio venendo da Sud). E' un antichissimo villaggio che guarda dall'alto le sontuose sponde del lago; oltre alle poche e belle case, anche la chiesa di San Gottardo (Alto -Medioevo) ha conservato le sue caratteristiche originali.
Numeri utili
Municipio - Piazza Vittorio Emanuele III - tel. 0323 / 738206
Ufficio Turistico-Telefono Pubblico - Viale Vittorio Veneto, 4 - tel. 0323 / 71212
Poste e telegrafo - Viale Vittorio Veneto, 15 - tel. 0323 / 71176
Vigili Urbani - Via Sotto i Chiosi - tel. 0323 / 70147
Carabinieri - Via Cuserina, 11A - tel. 0323 / 70103
Soccorso Stadale - Via D. Uccelli, 4 - tel. 116
Guardia Medica - Piazza Ospedale, 6 - tel. 0323 / 71181
Navigazione Lago Maggiore - Piazza Vittorio Emanuele III - tel. 0323 / 72543
Vigili del Fuoco - Via Belgio, 11 Verbania-Intra - tel. 115
Cannobio è descritta dagli storici come borgo antichissimo e prospero per la sua intensa attività commerciale documentata già prima del Mille.
Caratteristiche di tutto il centro abitato, sia per quanto concerne la parte alta più antica, che per quella bassa di più recente costruzione, sono le case allineate lungo la strada in modo da non togliersi a vicenda il sole e l'aria.
Da scoprire ci sono un'infinità di strade e viuzze che sfociano in altrettante piazze; si affacciano sul limpido lago per sottrarsi all'ombra delle montagne che alle spalle formano un'incantevole vallata. Questo è l'antico borgo di Cannobio che pur bagnato dal Verbano, lega il suo passato e il suo presente al mondo contadino della Val Cannobina.
In questo antico paese l'ospite attento può scoprire testimonianze che hanno segnato l'epoca romana, quella medioevale e l'Ottocento. Sono nascoste fra i vecchi sassi, ai lati delle strade acciottolate, nei massicci portali delle case.
In così tanta ricchezza storica, un tempo il lago rappresentava una via di comunicazione e di scambio oltre che una fonte di guadagno per i molti pescatori che abitavano il borgo.
Cannobio, con il suo lago e le sue montagne, ha saputo adeguarsi alle necessità dettate dal tempo, lasciando però immutate le proprie caratteristiche naturali ed architettoniche.
Ecco perché ciò che il paese offre al visitatore non lo si può riscontrare in nessun'altra zona del Lago Maggiore; Cannobio è bella sia in estate sia nelle grigie stagioni che danno al paese un aspetto fiabesco: clima mite, serenità, tanto verde e un lago pulito a testimonianza del rispetto per la natura.
Da scoprire sono poi i dintorni del paese; nascosti nel verde delle montagne.
L'arcigna porta naturale della valle Cannobina è l'Orrido di Sant'Anna, una voragine dove spumeggia il torrente Cannobino e domina la settecentesca chiesa a lato di un ponte romanico. Socraggio è a poca distanza dall'orrido, verso la valle, e così Traffiume da dove si può passare, costeggiando il Monte Giove (dove si trova appollaiata la frazione di Sant'Agata), per raggiungere attraverso ombrosi sentieri la chiesa di san Bartolomeo in Montibus; un gioiello d'arte romanica immerso nel folto bosco.
Carmine Superiore s'adagia su uno sperone roccioso (fuori Cannobio venendo da Sud). E' un antichissimo villaggio che guarda dall'alto le sontuose sponde del lago; oltre alle poche e belle case, anche la chiesa di San Gottardo (Alto -Medioevo) ha conservato le sue caratteristiche originali.
Numeri utili
Municipio - Piazza Vittorio Emanuele III - tel. 0323 / 738206
Ufficio Turistico-Telefono Pubblico - Viale Vittorio Veneto, 4 - tel. 0323 / 71212
Poste e telegrafo - Viale Vittorio Veneto, 15 - tel. 0323 / 71176
Vigili Urbani - Via Sotto i Chiosi - tel. 0323 / 70147
Carabinieri - Via Cuserina, 11A - tel. 0323 / 70103
Soccorso Stadale - Via D. Uccelli, 4 - tel. 116
Guardia Medica - Piazza Ospedale, 6 - tel. 0323 / 71181
Navigazione Lago Maggiore - Piazza Vittorio Emanuele III - tel. 0323 / 72543
Vigili del Fuoco - Via Belgio, 11 Verbania-Intra - tel. 115
CORO STELLA TRAFFIUMESE
Raccontare la storia di un Coro, di questo Coro, significa raccontare la storia di Traffiume degli ultimi trent'anni.Il rischio di cadere nella banalità, nella retorica è altissimo; la tentazione poi di rifarsi a schemi predefiniti è certamente presente, ma tenteremo di evitarlo.
Questo è un gruppo "vivo", immagine di Cannobio e della sua Valle, che canta per la gente.Allora proveremo a raccontarla questa storia...certo in sintesi, ma "fuori degli schemi"; cercando di suscitare nel lettore, se possibile, l'emozione dell'ascolto di un concerto e stimolare quella comunicativa che appartiene al Coro Stella e che rappresenta il maggior punto di forza e di coinvolgimento popolare del gruppo.
(il primo distintivo)
Il merito è dei Coristi, dai fondatori, a coloro che negli anni si sono susseguiti, da chi "canta dal cielo", a quelli attuali.
Si, i Coristi: loro sono il Coro; consapevoli che il Coro non vive solo il venerdì sera in prova o in concerto, ma sanno parlare di Coro sempre, in ogni occasione; coscienti che il Coro non è, e non può essere, considerato semplicemente un passatempo, ma implica un impegno costante, personale e una volontà di lavorare in gruppo.
Questa è la cultura che contraddistingue il gruppo, cresciuto nel tempo in modo incredibile; questo è il Coro di cui facciamo parte e che appartiene a tutti Voi.
Questo è un gruppo "vivo", immagine di Cannobio e della sua Valle, che canta per la gente.Allora proveremo a raccontarla questa storia...certo in sintesi, ma "fuori degli schemi"; cercando di suscitare nel lettore, se possibile, l'emozione dell'ascolto di un concerto e stimolare quella comunicativa che appartiene al Coro Stella e che rappresenta il maggior punto di forza e di coinvolgimento popolare del gruppo.
(il primo distintivo)
Il merito è dei Coristi, dai fondatori, a coloro che negli anni si sono susseguiti, da chi "canta dal cielo", a quelli attuali.
Si, i Coristi: loro sono il Coro; consapevoli che il Coro non vive solo il venerdì sera in prova o in concerto, ma sanno parlare di Coro sempre, in ogni occasione; coscienti che il Coro non è, e non può essere, considerato semplicemente un passatempo, ma implica un impegno costante, personale e una volontà di lavorare in gruppo.
Questa è la cultura che contraddistingue il gruppo, cresciuto nel tempo in modo incredibile; questo è il Coro di cui facciamo parte e che appartiene a tutti Voi.
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